Petronio Arbitro by Mario Rapisardi

Petronio Arbitro by Mario Rapisardi

autore:Mario Rapisardi [Rapisardi, Mario]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Nicola Bizzi,

Firenze, 21 Giugno 2024.

PETRONIO ARBITRO

I

Con buona pace dei moralisti laureati, a me pare che una delle più notevoli figure di tutta la storia letteraria di Roma sia appunto questa di Petronio, uomo di corrotti costumi, che ebbe, oltre l'arguto ingegno e la maestria non comune nell'arte dello scrivere, il coraggio di mostrarsi tale negli scritti quale fu nella vita: virtù difficile a rinvenire in qualunque tempo e fra ogni gente, difficilissima in tempi di corruzione e di servitù.

Perciocché gli uomini hanno spesso tal naturale e tal arte, che quanto più sono abietti e codardi, e tanto più vogliono parer nobili e generosi: crescendo sempre l'ipocrisia in ragion diretta della viltà.

Laonde io credo che Seneca sia meno stimabile di Petronio, perché, vissuti entrambi alla stessa corte, che fu quella pestilentissima di Nerone, il primo, reggendo senza scrupoli il sacco alle dissolutezze del principe e insozzandosi in ogni ragione di turpitudini, affettò e predicò negli scritti quella morale che egli conosceva soltanto di nome; quando l'altro, uomo e scrittore di un pezzo, non solo intimamente e palesemente si piacque di quella vita, ma la ritrasse nei più vivaci colori dell'arte, e visse e morì sempre eguale a se stesso.

Questo coraggio della propria vita e della propria morte a me sembra l'unica cosa di romano che restasse a quei tempi di nessuna virtù; e per questo non dubiterei di proporre Petronio sì come esempio a parecchi schizzinosi omiciattoli dei tempi nostri, ai quali non rimanendo lor altro della virtù che una screpolata vernice, di questa si pompeggiano in guisa da tenersi in diritto di gridare allo scandalo e di scalmanarsi, ogni qual volta il vizio si presenti ai loro occhi pudibondi senza la famosa foglia di fico, e si esprima così senza riguardi e circonlocuzioni di sorta nel dire, come senza maschere o ipocrisie codarde nell'operare.

Questo dico soltanto riguardo il vivere, poiché, quanto al morire, non è questo certamente il caso di fare discorsi, essendo ognuno oggimai così tenace alla vita, come che essa abbia poco o nulla di pregevole in sé e di benefico ad altri, che il volerli persuadere a spregiarla e guardar serenamente la morte e tanto o poco meno disagevole quanto il farli diventar nobili o virtuosi: che equivarrebbe a mutar l'asino in aquila e il coniglio in leone.



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